martedì 29 gennaio 2008

Warrior, Boumsong ed Andrea De Vecchi…

Ciao a tutti,

è un po’ che non scrivo un articolo, un pensiero. Ho sempre sostenuto che è giusto scrivere quando si ha l’ispirazione. Per troppo tempo sono stato poco ispirato, nauseato dallo scrivere ed incapace di forzarmi e buttare on-line qualcosa giusto per tenere vivo il blog. Non è nel mio stile fare questo. Oggi sono ispirato, anzi in realtà lo ero da ieri, e onestamente avevo anche il dubbio che la voglia mi passasse. Oggi ciò che mi spinge a scrivere sono due ingiustizie ed una notizia triste.

- Warrior il ‘pazzo’

Da tutti (o meglio da molti) è considerato un pazzo. Ogni sua uscita pubblica viene stigmatizzata per rendere vera quest’idea. La cosa è comprensibile da un punto di vista giornalistico dove è necessario costruire determinati personaggi ed appiccicargli delle etichette addosso. Diventa meno comprensibile che a farlo sia chi legge (e di rimando scrive sui forum di wrestling). A volte penso che la capacità di rielaborare i concetti sia svanita nella maggior parte delle persone. Nell’ultima dichiarazione contestata, Warrior parlava della morte dell’attore Heath Ledger, dicendo sostanzialmente che almeno la figlia di un anno non avrà di fronte il suo cattivo esempio. La dichiarazione è sicuramente di cattivo gusto, su questo non ho dubbi. Nessuno però si è posto il problema del fatto che forse Warrior conosceva Ledger ed era a conoscenza anche di alcune brutte abitudini. Di fronte a questa considerazione più che plausibile, quanti di voi avrebbero piacere che una bambina di un anno cresca con un padre tossicodipendente od alcolizzato ? Warrior ha semplicemente detto ad alta voce una cosa che tutti pensano. Il mondo ci insegna che l’errore è dire ciò che si pensa ad alta voce. E’ molto più facile vedere come va il gruppo e poi accodarsi. A questo punto si può alzare la voce. Tornando a parlare di wrestling, a nessuno è venuto il dubbio che i wrestler intelligenti sono andati all’altro mondo da un pezzo, mentre Warrior si è tirato fuori da quel mondo da 10 anni e si fa la sua vita tranquilla. Forse tanto coglione non dev’essere…

- Boumsong bum bum

Bum Bum come lo chiamano i suoi ormai ex compagni di squadra della Juventus è tornato in Francia. Fin qui nulla di strano, si parlava della sua cessione da giugno 2007 ed era chiaro che la sua avventura bianconera si sarebbe chiusa presto. Secondo me si tratta di un buon difensore che per 88 minuti è concentrato e si distrae giusto un paio di minuti a partita. Troppi per fare il difensore nella Juve. Il mitico Bum mercoledì scorso, dopo aver fatto la sua proverbiale cazzata, arrivando in ritardo su Cruz nella sfida di coppa Italia con l’Inter, ha segnato il gol del definitivo 2-2. Questo ha fatto svegliare qualcuno che ha deciso di ritardare il trasferimento al Lione, facendo imbestialire la dirigenza del club francese che era pronta a schierarlo la domenica successiva contro il Saint Etienne. Si può passare sopra alla campagna acquisti fallimentare (a parte Iaquinta e Salihadmizic), però almeno lo stile cerchiamo di conservarlo. Credo molto a Del Piero quando dice che certe cose con l’Avvocato non sarebbero mai successe. Se poi si volesse infierire sul discorso mercato diventa facile dire che con Stendardo e Sissoko, due discreti panchinari, non si va da nessuna parte. Può andar bene arrivare terzi, quarti o quinti, però lo stile prima di tutto.

- Quel bambino con il quale forse avevo giocato a pallone

Vi racconterò una breve storia, un piccolissimo capitolo della mia vita che ogni tanto riemerge e del quale fino a pochi giorni fa ne parlavo con vanto e con orgoglio, ora invece sull’episodio è sceso un velo di tristezza. Ai tempi della scuola media io e mio fratello andavamo qualche volta ai giardini a giocare a pallone. Come fanno tutti, buttavamo per terra la maglietta della tuta e facevamo le porte. Iniziamo a giocare uno contro uno e dopo un po’ arriva un signore con un bambino più piccolo di noi. Ci chiede gentilmente se lui e suo figlio possono giocare con noi. Gli diciamo sì, senza problemi. Non ricordo il risultato, anche perché in queste partite chi vince non conta, l’importante è divertirsi. Ricordo due azioni. Nella prima, dopo non averne imbroccata una, azzecco un dribbling secco ed il signore, che forse mi aveva preso un po’ sottogamba, abbocca e vado a segnare. Nel secondo episodio si ristabiliscono le distanze, il signore mi punta in dribbling, mi fa un paio di giochetti ai quali io abbocco regolarmente e mi finisce in tunnel segnando. Del figlio non ricordo molto, chiaramente essendo molto più piccolo di me era piuttosto scarso. Andando a casa e sfogliando l’album delle figurine notammo una forte somiglianza tra quel signore e l’ex giocatore di Milan ed Ascoli, Walter De Vecchi. In seguito scoprimmo che De Vecchi abitava proprio nel nostro paese. Insomma era proprio lui. Come detto questo episodio è per me motivo di vanto, è l’unico giocatore di serie A con il quale ho avuto il piacere di giocare. Come già detto, da qualche giorno è sceso un velo di tristezza su quell’episodio. Infatti uno dei due figli di Walter De Vecchi, Andrea è morto suicida. Non so con esattezza se era il bambino con cui avevo giocato, perché Andrea aveva un fratello quasi della stessa età. Da qui deriva il ‘forse’ che leggete sul titolo. Questo piccolo episodio è il mio modo di accostarmi al dolore della famiglia De Vecchi, che nel mio paese è conosciuta in primis come famiglia molto per bene. So che è poco, ma mi sentivo di scrivere queste righe per ricordare un ragazzo che ha lasciato questo mondo troppo presto.


E’ stato bello tornare a scrivere veramente, al di là dei soliti aggiornamenti sulle trasmissioni. Ora non so dirvi se terrò una cadenza regolare o meno, per ora accontentatevi di questo.

Un saluto
Paolo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Come al solito il grande Paolo la sà lunga, bel post, Paolo continua così!

Alessandro Villa ha detto...

Per quello che hai scritto in merito alla famiglia De Vecchi, mi sento di voler appoggiare il tuo pensiero perchè, anche se, purtroppo, non ho avuto modo di conoscere ANDREA, conosco Walter ed il figlio maggiore, classe 1982 (Simone) e devo dire che sono proprio delle splendide persone per le quali provo grande stima e sincero affetto; sono orgoglioso di avere due amici così speciali perchè, nonostante il cognome, sono due persone davvero molto umili! ;-)