Cari amici del blog, torno a scrivere dopo qualche mese e
non lo faccio per parlarvi di wrestling.
Mi sarebbe piaciuto, visto che venerdì scorso ho assistito
dal vivo al mio settimo evento WWE. Questa domenica sono andato per la prima
volta ad assistere ad una partita della nazionale italiana di calcio. Quindi ho
scelto questo tema per il mio ritorno sul blog. Di seguito la cronaca della mia
giornata… con qualche piccolo excursus.
E’ dal periodo di Ronaldinho al Milan che non vado a San
Siro, forse anche perché da juventino c’entro poco con quell’universo a tinte
rossonere o nerazzurre. Quel Milan-Lazio 4-1 del 21 settembre 2008 fu uno
spettacolo di calcio con un Kakà in grande spolvero autore di una doppietta, un
Mauro Zarate che giocò davvero da fenomeno e soli 20 minuti di Ronaldinho che incantò,
anche giocando da fermo.
Sono sempre stato un esteta del calcio e per Italia-Croazia
già pregustavo di vedere dal vivo Luka Modric ed Ivan Rakitic. Nella
scapestrata compagine italiana le mie mire erano puntate su Pirlo, Verratti,
Balotelli, i quali uno alla volta si sono autoeliminati per acciacchi vari.
Quindi per gli azzurri i miei ripieghi erano diventati Marchisio, De Rossi (per
capire come mai Platini lo considera il suo erede) e se avesse giocato
Giovinco, che per me rimane un ragazzo dal talento purissimo, ma che sta ricalcando
le gesta di Beniamino Vignola, nel bene e nel male. Ora il nome di Vignola a
molti dice poco o nulla, ma in parecchi in quegli anni (Juventus 83-88) lo
vedevano come il nuovo Rivera.
La proposta di andare allo stadio arriva direttamente da mio
cugino Bruno un paio di settimane prima, il quale mi suggerisce che potrebbe
essere una buona occasione (a prezzo modico) per far vedere la nazionale ai
bambini.
Concordo e compriamo 6 biglietti (3 adulti e 3 bambini) del
secondo anello.
Finalmente arriva il grande giorno, anche se vi giungo un
po’ provato. Si è aperta la settimana con il passaggio al pronto soccorso di
Cinisello Balsamo lunedì. Un fastidioso senso di intontimento, un blocco allo
stomaco ed un’anestesia dal dentista mi hanno allarmato ed hanno fatto sì che
mia moglie mi portasse in ospedale. Dopo la visita di accettazione iniziale,
nella quale oltre a segnalare i disturbi di cui sopra, rimarco all’infermiere
una malformazione cardiaca congenita, mi viene assegnato com’è giusto che sia
un codice verde.
Mi viene detto di aspettare e che nell’attesa di tanto in
tanto qualcuno avrebbe verificato le mie condizioni. Dopo la bellezza di 5 (!)
ore di attesa senza aver visto anima viva, all’una di notte circa mi chiamano
per la visita vera e propria. La dottoressa con evidente imbarazzo mi chiede
come va e se presento ancora gli stessi sintomi. Io con altrettanto imbarazzo
le dico che ormai dopo 5 ore… mi è solo venuto un gran sonno. Fatto sta che mi
dimettono solo con una visita, senza avermi fatto gli esami del sangue e
nemmeno uno straccio di elettrocardiogramma. Vi ricordo… paziente con un
problema cardiologico congenito…
Vabbè, andiamo oltre.
Il venerdì, finalmente arriva la
WWE a Milano. Io ed il buon
Paolino Mariani facciamo una nuova esperienza professionale partecipando ad un
Meeting sul Marketing organizzato da una società italiana in collaborazione con
la WWE. Ovviamente le notizie sono riservate, ma ne usciamo piacevolmente
impressionati. E dulcis in fundo abbiamo la possibilità di fare una foto con
Jack Swagger e Zeb Colter. Va decisamente meglio a mio fratello ed ai miei
figli che si cuccano le Bella Twins. Lo show è di livello appena sufficiente
con John Cena che salva la serata con una grande prestazione. Mi resta
l’unico
rammarico di non aver incontrato i fan come mi ero ripromesso, ma il meeting è
andato lungo e quando è finito i cancelli del Forum erano già aperti. Peccato
sarà per un’altra volta.
Arriviamo al motivo di questo articolo, Italia-Croazia di
ieri sera.
Come avrete capito l’entusiasmo e le aspettative erano
piuttosto moderate e considerate che avere due eventi come lo show WWE e la
partita nello spazio di tre giorni ti succhiano parecchie energie. Dimenticavo…
sabato ho fatto il mio solito allenamento di calcio senza risparmiarmi. Insomma
in ambito sportivo non mi faccio mancare nulla…
Partiamo alle 18.30 ed arriviamo al ‘parcheggio’ dopo circa
venti minuti. Voi direte, perché parcheggio è scritto tra virgolette ? Perché
il malcostume italiano fa sì che il giorno della partita un furbo qualunque
indossi il giubbotto catarifrangente e chieda dei soldi agli ignari
automobilisti per parcheggiare in posti assolutamente liberi facendosi un
discreto gruzzolo, senza fare nulla. Questi sono i cosiddetti parcheggiatori
abusivi. Se li incrociate quando andate allo stadio chiedete un tesserino di
riconoscimento e se non ve lo mostrano segnalateli ai vigili poco distanti. Noi
lo abbiamo fatto. Ovviamente attenzione ai dispetti…
Facciamo a piedi il chilometro che ci separa dallo stadio ed
incrociamo parecchi croati e non possiamo fare a meno di notare birra a fiumi.
Io non bevo birra e non voglio fare il moralista, non ho visto gente ubriaca,
solo persone che bevevano birra.
Ovviamente il rito del panino allo stadio non me lo sono
dimenticato e devo dire che me lo sono proprio gustato. Nel mentre, siamo
vicini ai cancelli, notiamo dei fenomeni dell’imbosco. Un ragazzo col berretto
che riesce a non farsi notare dagli steward e poi davanti ai tornelli elemosina
l’incastro riuscendoci. E’ entrato senza biglietto ! Ci è riuscito ! La gente
che fa così mi fa davvero pena. Dopo di lui arriva un complice, questo molto
più distinto, infighettato col cellulare in mano, finge di parlare e si insinua
anche lui. Gente senza dignità.
Poi arriva il nostro turno per entrare. Guardano la carta
d’identità, il biglietto e non mi perquisiscono, mi chiedono solo se ho
l’accendino od altro e si fidano della mia parola. Voglio spezzare una lancia a
favore degli steward, controllare tutti è improponibile, controllare in base
alla faccia, bella o brutta che sia, lo trovo irreale. Quello ha la faccia da
delinquente ! E chi l’ha detto ? Magari è solo brutto. Ed uno perché è brutto
deve anche delinquere ? Oppure lo perquisiamo perché è straniero. Noi italiani
siamo tutti onesti ?
Comunque entriamo, facciamo le classiche foto, siamo felici.
Facciamo le interminabili scale che ci portano al secondo
anello e scopriamo che i nostri posti sono in ultima e penultima fila, ahinoi,
abbiamo sopra i tifosi croati. Ho subito pensato fosse stata una scelta
infelice, ma chi poteva immaginarselo.
Come noi lo avranno pensato le centinaia di famiglie con
bambini piccoli al seguito presenti nel secondo anello. Inizia il riscaldamento
e la situazione sembra tranquilla. Le squadre escono dal campo e rientrano poco
dopo per gli inni nazionali. I croati sono molto più nazionalisti di noi, i
tifosi cantano l’inno a pieni polmoni. Ovviamente qualche cretino fischia
l’inno, cosa che succede anche successivamente per l’inno di Mameli. A
dimostrazione che il cretino, non ha razza e non ha religione, è universale.
La partita inizia e dopo pochi minuti sopra le nostre teste
si sente un botto enorme che fa tremare il mio seggiolino. Penso sia stata una
bomba carta lanciata dai tifosi croati. I bambini piangono ed una ragazza poco
distante lascia il fidanzato da solo scappando e dicendo la frase “Questi sono
pazzi !”.
Ovviamente alcuni di noi si girano verso i croati come per
dire “Che cazzo fate non vedete che ci sono le famiglie ?”.
Poi arriva il gol di Candreva e qualche furbo ha la bella
idea di girarsi verso il terzo anello ad esultare. Sale in zucca poco.
Ovviamente ci si mette di mezzo pure Buffon beccando un gol evitabilissimo 5
minuti dopo e i tifosi croati si scatenano con fumogeni, bombe carta e bengala.
In molti abbandoniamo i nostri posti decisi a tornarcene a
casa. C’era un clima di guerriglia, con persone pronte a menare le mani.
Questa è una delle foto che ho
scattato, ditemi voi se può succedere questo ad una partita di calcio.
Insieme ad altre famiglie
abbiamo abbandonato il settore rosso del secondo anello fino a scendere giù per
parlare con gli steward i quali sono stati molto umani e disponibili. Dopo un
quarto d’ora che giravamo hanno trovato la soluzione facendoci entrare al primo
anello verde dove c’erano molti bambini e la situazione era di sicuro più
tranquilla, avendo eliminato i punti di contatto con i tifosi croati.
Così in qualche modo riusciamo
a vedere 10 minuti del primo tempo, anche se la testa era altrove per quanto
accaduto pochi minuti prima. Nell’intervallo concordiamo il piano di fuga. Saremmo
usciti 10 minuti prima della fine in
modo da evitare eventuali risse, che vista la situazione consideravamo molto
probabili.
Inizia il secondo tempo, la
partita l’avete vista, nulla di eccezionale. Si accende un po’ quando entra El
Shaarawy anche se relegato nella posizione di terzino sinistro che gli ha
commissionato Conte. La partita regala poco ed allora sono i tifosi croati a
regalarci una nuova emozione con un sontuoso mix di bombe carta e fumogeni che
produce la situazione che vedete nella foto sotto. Per me queste sono immagini
di guerra. Forse sono parole esagerate da parte di chi la guerra non l’ha mai
vissuta. Di sicuro sono immagini che non vorrei mai vedere ad una partita di
calcio.
La partita viene sospesa ed a
questo punto essendo vicini al limite che ci eravamo prefissati (la fuga era
prevista al minuto 80) al 75esimo decidiamo di tornare a casa e come noi molti
del nostro settore.
Sicuramente il figlio più
piccolo di mio cugino resterà traumatizzato e chissà, forse non vorrà mai più entrare
in uno stadio. Questo lo dirà il tempo.
Io ho maturato l’idea di non
andare per un bel pezzo a vedere una partita dal vivo, ne passerà di tempo
prima che mi passi lo sdegno per questa situazione. Purtroppo una situazione
simile non fa che alimentare il problema del razzismo. E’ una cosa che non mi
piace per questo preferisco chiudere questo articolo con le riflessioni di
Kovac e Modric ascoltate in TV e quella dal vivo di mio figlio.
Kovac ha detto di sentirsi in
dovere di chiedere scusa per quanto fatto dai tifosi croati, mentre Modric,
sconsolato, ha rincarato la dose: "È sempre la stessa cosa, non capisco
perché lo facciano, ed è un peccato avere dei tifosi così. Non so perché
continuino a fare queste cose e a comportarsi così: tutto questo è una
pazzia". A conferma che i veri uomini non hanno bandiera.
La chiusa la merita il mio
ometto, ha ormai tredici anni, durante il percorso per raggiungere la macchina
un uomo dalle bancarelle (ignaro della sospensione della partita)
ci offre una sciarpa a 10 euro “per ricordare la partita !”.
Mio figlio mi guarda e mi fa: “
Io questa partita non vedo l’ora di
dimenticarla…”
Paolo Lanati
(Twitter: @paololanati)